La Cantina Enopolis Bivongi S.r.l., nasce il 15 ottobre 2008. Succede alla Cantina Sociale di Bivongi, operativa dal lontano 1961.

L’intento è quello di proseguire, con nuovi stimoli e nuove risorse, quanto la cooperativa aveva fatto sul territorio a tutela della produzione del vino DOC Bivongi e del Vino IGT Calabria.

Viene utilizzato tutto il know-how in termini di risorse umane e conoscenze tecniche che la cantina sociale aveva acquisito in decenni di produzione. La doc di Bivongi comprende undici comuni a cavallo tra la provincia di Reggio e di Catanzaro. E’ una zona ad altissima vocazione vitivinicola. Fin dall’antica Magna Grecia ai nostri giorni la produzione del vino ha avuto gran impatto sull’economia locale. Attualmente la Cantina Enopolis Bivongi, con le uve raccolte dai circa 20 ettari di vigneti dei soci della vecchia cooperativa continua la produzione del vino D.O.C. BIVONGI. Con quelle di altri conferitori continua la produzione del vino IGT CALABRIA. Si utilizzano prevalentemente uve autoctone, tra le quali Gaglioppo, Magliocco, Greco nero e Calabrese per le varietà a bacca nera e Greco bianco, Montonico, Guardavalle e Malvasia per le colture a bacca bianca.

il territorio

Le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Bivongi” hanno origini antichissime. I comuni che rientrano a far parte della DOC Bivongi sono ad oggi undici (Bivongi, Camini, Caulonia, Guardavalle, Monasterace, Pazzano, Riace, Roccella, Stilo, Stignano e Reggio Calabria.

Tutto parte nel VI sec. a.C. a Kaulon i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. Kaulon era una città emancipata dalla sudditanza di Crotone, tanto che poté emettere monete e anche molto ricca di materie prime, avendo terreni molto fertili lungo le aree costiere e collinari. La coltivazione principale era quella del vino e questo contava i maggiori guadagni in quanto lo stesso vino veniva commercializzato in tutto il Mediterraneo. Questo è testimoniato dal ritrovamento di sette palmenti (ovvero il luogo in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto che veniva riposto in grandi vasche) scavati nella roccia a Caulonia e una ventina a S. Caterina. Nei secoli a seguire i diversi accadimenti accrebbero la produzione e la commercializzazione del vino sino ad arrivare nell’Africa settentrionale che divenne il mercato più promettente. Nonostante la colonizzazione Bizantina (verso il 1050 a.C.) e non solo, la coltivazione delle viti continuò a permanere nell’area DOC di Bivongi.

Nel 1457 il monastero di San Giovanni Theresti, che si trova nella campagne del comune di Bivongi, in una vallata sovrastata dalle ripide pareti del monte Consolino, denominata “Vallata bizantina dello Stilaro, produceva circa centosessantasette litri nessun agricoltore produce quanto il monastero.

Nel 1996 il territorio, viste le particolari attenzioni rivolte alla coltivazione della vite, conquista il riconoscimento con la DOC di Bivongi.

Molto apprezzate sono risultate soprattutto nel XX secolo le produzioni di vini robusti, con gradazione alcolica sostenuta. Accanto a questi vi era una produzione di passiti che rendeva i prodotti vinosi di Bivongi unici ed apprezzati nel comprensorio e nella provincia di Reggio Calabria.

Prodotto di nicchia il Bivongi viene apprezzato da estimatori e giovani anche per il gusto rotondo creato da una equilibrata presenza di glicerina e da una alcolicità contenuta a testimonianza del fatto che il vino non è un alimento tal quale bensì un prodotto che si accompagna ai cibi, come si legge nella etichetta del Bivongi.